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David Tennant torna sul palco della RSC – cinque anni dopo il suo bellissimo Amleto – indossando il ruolo del più vacillante dei re, Riccardo II, che, per quanto si sforzasse, alla fine si dimostra troppo debole per indossare la corona.

I suoi giorni nel Tardis sono ormai passati, ma non si è ancora celebrato in pompa magna il ritorno di Tennant sul palcoscenico, nonostante avesse già da tempo dimostrato di essere più che abile nelle opere di Shakespeare, ben prima di avere il fanclub urlante raccolto fuori dalla stage door.

Tennant, come in Amleto, sotto la direzione di Greg Doran, si muove come se avesse fretta di essere altrove. Le battute sono scandite con impazienza, come se fosse una mitragliatrice. Come un maratoneta che corre troppo in fretta, si teme che non sarà mai in grado di tenere il passo, ma questo re dai capelli fluenti è perfettamente calibrato, e brilla davvero quando si rende conto che i giochi sono finiti.
Il suo discorso sulla morte dei re è un momento in cui lascia attoniti, in una scena in cui ci sono i versi più poetici di tutto lo spettacolo, dopo che è stato letteralmente gettato a terra con un tonfo, sapendo che ormai la corona era perduta.

L’altalenante ascesa di Bolingbroke, il taciturno opportunista, contro il “mai zitto” Richard, Bolingbroke può spesso sembrare noioso e plumbleo, ma è un’audace e voluta interpretazione di Nigel Lindsay, che nella scena della deposizione eleva al meglio il ruolo di Tennant.

Però Tennant non è l’unico sotto i riflettori, alcune altre mani brillano, in particolare Oliver Ford Davies, che strappa delle risate con il suo Duca di York, miserabile come Meldrew, e quando Marty Cruickshank, la duchessa di York, si batte contro di lui, implorando per la vita di suo figlio con il neo-incoronato Bolingbroke, rischiano di mettere in ombra la scomparsa di Richard.

Recitato su scenografie piuttosto scarne, nonostante i recenti standard della RSC, Doran riserva i fuochi d’artificio per il finale, quando il palco si innalza come un razzo per rivelare la cella sotterranea di Richard, quando egli riconosce “Ho fatto pessimo uso del tempo, ed ora il tempo fa pessimo uso di me”.

Una produzione con costumi dell’epoca e delle musiche originali simil-medievali di Paul Englishby, la produzione di Doran non si sente come una vecchia scuola di diritto divino di Richard. E’ una produzione con una risonanza attuale, in un mondo ancora pieno di leader dispotici aggrappati al potere con ogni mezzo necessario, ben dopo aver perso il supporto della popolazione (sempre che l’abbiano mai avuto).

Riccardo II andrà in scena fino al 16 novembre. Lo spettacolo verrà anche trasmesso nelle sale cinematografiche di tutto il Regno Unito il 13 novembre.

Traduzione di Maureen

Articolo originale: http://www.stratfordobserver.co.uk/2013/10/18/entertainment-David-Tennant-as-Richard-II,-RSC,-Stratford-on-Avon-87398.html